"La telepatia? Per me esiste"

Parla Robert Morris: l'unico cattedratico di parapsicologia

E se la telepatia fosse un fenomeno reale? Se, tolti gli errori statistici e le inevitabili ciarlatanerie, ci fosse davvero qualcosa? Sarebbe sicuramente una scoperta sensazionale. Chi non ha dubbi che prima o poi arriveremo a scoprire che l'ESP è una realtà è Robert L. Morris, lo psicologo che da 15 anni dirige presso l'Università di Edimburgo, la Kostler Chair of Parapsychology, l'unica cattedra universitaria al mondo dedicata allo studio della parapsicologia.
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Il New Scientist ha intervistato Morris per cercare di capire a che punto sono le sue ricerche.

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"Il più recente lavoro fatto sul Ganzfeld", dice Morris, "ha prodotto risultati eccezionali, le probabilità che questi risultati non siano dovuti a un effetto paranormale sono di qualche milione contro una".
Morris è ottimista, come sempre. Tuttavia, è da anni che il Ganzfeld promette di fornire, una volta per tutte, uno strumento per misurare, in modo statisticamente certo, la telepatia. Fino a oggi, però, i lavori prodotti non sono stati sufficientemente convincenti. Oggi, Morris riconosce che le valutazioni iniziali erano state troppo ottimistiche, e che resta ancora molto da fare.
Il suo nuovo lavoro, dice, ha però prodotto risultati eccellenti: anzichè indovinare il 25 per cento delle volte, come ci si aspetterebbe per la legge del caso, i suoi soggetti indovinano fino al 47 per cento delle volte.
Questa ricerca, tuttavia, non è ancora stata pubblicata, per cui non è possibile fornire una valutazione più accurata.
Morris non è il sempliciotto che alcuni scettici potrebbero immaginare: anzi, nel suo laboratorio gran parte della ricerca è stata, sin dall'inizio, rivolta allo studio degli errori metodologici e delle frodi dei sensitivi. Uno dei suoi allievi, l'ex-prestigiatore Richard Wiseman , è diventato uno dei principali critici della scena parapsicologica.
Tuttavia, lo scetticismo di Morris, visti i risultati ottenuti, è andato calando: "Quando sono arrivato qui", dice a New Scientist, "mi dicevo che c'erano 85 probabilità su 100 di scoprire realmente qualcosa che andava al di là delle conoscenze scientifiche attuali. Nel corso degli anni questa probabilità è salita verso il 90 e qualcosa. Sono convinto che nei prossimi anni i futuri scienziati scopriranno come stanno le cose".
Morris annuncia anche un nuovo tipo di esperimento, il DMILS: Direct mental interaction with living systems (Interazione mentale diretta con sistemi viventi), in cui una persona cerca di aumentare o diminuire le variabili fisiologiche di un'altra persona misurate attraverso la resistenza elettrica della pelle.
Quando chiedono a Morris se pensa mai di sprecare il suo tempo lui risponde così: "Dipende. A volte vorrei aver scelto di fare ricerca in un campo in cui si manipola qualche variabile e ogni volta si è sicuri di ottenere dei risultati chiari e puliti. D'altra parte, non penso che mi sarei divertito altrettanto. Sono abituato alla gente che pensa che spreco il mio tempo.
Francamente, se dovessi ricominciare da zero, rifarei tutto quello che ho fatto". (10 marzo 2001)


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