Insegnare scienze... con il paranormale

  • In Articoli
  • 28-03-2001
  • di Alberto Bertini

Su richiesta di alcuni lettori, ristampiamo volentieri il seguente articolo di Alberto Bertini, insegnante di scienze presso la Scuola Media Statale di Caprile di Alleghe (BL).

L'insegnamento delle Scienze nella scuola dell'obbligo comporta frequentemente notevole fatica a causa della difficoltà ad accostare i ragazzi a una materia interessante, ma troppo spesso trattata come una sterile scienza nozionistica. I programmi scolastici abbracciano inoltre diversi campi, dalla biologia alla chimica, dalla geologia alla fisica; gli argomenti proposti si susseguono in rapida successione, disorientando gli alunni che spesso affrontano uno studio di fatti ed esperienze non riferibili alla loro realtà quotidiana. Per ovviare a questa situazione e fare avvicinare i ragazzi alla comprensione di una materia così vasta e complessa, ho sempre cercato di inserire discussioni e dibattiti nelle ore di scienze, cercando argomenti di comune interesse.

Può sembrare strano, quasi un paradosso, ma, dopo varie esperienze, mi sono accorto che il mondo del "paranormale" (materia che nulla ha a che vedere con la comprensione dei fenomeni scientifici) può essere un buon argomento da trattare per affrontare le scienze dal punto di vista scolastico.

O meglio, dalla spiegazione e dallo smascheramento di alcuni trucchi pseudoscientifici, si può dimostrare agli alunni che la realtà in cui vivono si basa su precise leggi fisiche che regolano tutte le nostre azioni quotidiane.

Spiegare ad esempio il Primo Principio della Dinamica facendo imparare a memoria la solita frase "un corpo persiste nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non intervengano forze esterne a modificare questo stato", non ha gran valore senza dimostrazioni pratiche. I testi scolastici sono pieni di esempi a tal riguardo, ma, partendo proprio da questo enunciato del grande Galileo, siamo arrivati a comprendere il significato di forza, di quiete proprio analizzando alcuni tra i più comuni "fenomeni paranormali". Abbiamo infatti deciso di eseguire una seduta spiritica in classe, una di quelle che i ragazzi sono abituati a fare in compagnia di amici, sopportati da tanti servizi televisivi in cui vengono spacciate per fenomeni soprannaturali. Abbiamo preso allora un grande tabellone con le lettere dell'alfabeto ed i numeri da 1 a 9, ed eseguito poi la seduta sotto la guida di un alunno, l'esperto, che ha illustrato le varie fasi della seduta, sapientemente apprese dagli amici o dalla televisione.

Abbiamo messo il nostro dito indice su una piccola moneta e rivolto domande profetiche e culturali allo "Spirito Guida". Con grande stupore dei ragazzi abbiamo notato che la monetina si muoveva solo per rispondere a domande semplici o del tipo "Saremo tutti promossi", dimostrando una certa ignoranza culturale (guarda caso corrispondente a quella dell'alunno che appoggiava il suo dito insieme al mio sulla moneta) dello Spirito interrogato.

A domande sulla composizione chimica del granito o sul nome di mia zia, lo spirito si rifiutava di rispondere, mandando a monte tutte le sue pretese di onniscenza.

Per tutti gli alunni, anche per i più creduloni, è stato allora chiaro che la moneta, per muoversi, aveva bisogno di forze esterne, trasmesse dal dito dell'alunno che pilotava le sue risposte. Da questa esperienza siamo quindi passati alla spiegazione di concetti fisici quali lo stato di quiete, di attrito e di forze per vincerlo; soprattutto è caduta nei ragazzi l'idea della serietà delle sedute spiritiche ed è stato possibile riprendere lo studio della materia e dei suoi stati di aggregazione che niente hanno a che vedere con ectoplasmi o cose del genere.

Abbiamo poi provato a muovere la moneta col solo pensiero o "Fluido Magnetico" emanato da tutti noi: la moneta non si è mossa di un solo millimetro, dandoci la possibilità di discutere di psicocinesi e la capacità di muovere oggetti a distanza e di capire che le leggi fisiche del moto vanno studiate secondo metodi scientifici ben precisi. Galileo, che se oggi potesse vedere certe trasmissioni televisive sul paranormale si rivolterebbe neIla tomba, aveva quindi ragione. Le profezie di catastrofi e di avvenimenti futuri sono state molto utili per spiegare agli alunni di terza media le caratteristiche del terremoto. Con un po' di conoscenze geologiche su tali fenomeni, con qualche nozione sulla tettonica a zolle, con una certa approssimazione si può sperare di" predire" un terremoto. Alcuni anni fa, ad esempio, riuscii, ovviamente senza dire giorno e luogo esatti, a "prevedere" scosse sismiche nella zona dei Castelli Romani, dopo un terremoto che aveva colpito il Trentino. Predissi alcuni sismi che, qualche tempo dopo, si verificarono, tra lo stupore degli alunni. Per un futuro più lontano profetizzai alcuni terremoti, azzeccandoci solo per un violento sisma in Colombia. Le mie doti profetiche cessarono di colpo quando portai a scuola una cartina con indicate le zone sismiche italiane e mondiali; la probabilità che un terremoto colpisse certe località era quindi abbastanza elevata. Spiegai ai ragazzi che nelle mie "profezie", anche se loro in un primo momento non se ne erano accorti, ero stato generico: avevo infatti parlato, oltre che di Castelli Romani, della Sicilia, della Calabria, della Garfagnana, del Friuli, tutte zone ad elevata sismicità locale. In queste regioni i movimenti tellurici sono frequenti ed allora c'è una buona probabilità che una scossa più intensa delle altre quotidiane registrate dai sismografi, venga riportata sui giornali. L'importante è stato non avere mai accennato con precisione a date e località esatte.

Ho ottenuto due scopi: insegnare la geologia per capire i terremoti e far capire ai miei alunni che i cosiddetti indovini basano le loro profezie su eventi molto vaghi, senza riscontri precisi, per cui chiunque potrebbe mettersi ad indovinare il futuro.

La mia recente esperienza scolastica, peraltro già eseguita anni fa, è stata quella di costruire con i ragazzi un oroscopo per l'anno nuovo; abbiamo preso in considerazione avvenimenti politici (in un paese lontano dal nostro avverranno gravi sconvolgimenti), aerei che cadranno e personaggi famosi che moriranno, dato che nessuno è eterno.

I ragazzi capiranno così come gli oroscopi, da loro quotidianamente letti sul giornale, siano frutto di previsioni di eventi generici. Questo discorso serve anche a introdurre, ovviamente a livello scolastico in modo elementare, il concetto di probabilità e frequenza: considerando infatti il numero di persone viventi sulla Terra ed i soli 12 segni zodiacali, si capisce che un evento predetto probabilmente accadrà a più persone dello stesso segno. Ai ragazzi ricordo sempre che tempo fa lessi sull'oroscopo di fare attenzione agli incidenti stradali. Questo consiglio quel giorno valeva solo per il mio segno (Scorpione), quindi i Leoni od i Gemelli potevano transitare tranquillamente col semaforo rosso o circolare contromano!

E' giusto allora far capire a ragazzi già grandicelli quanto sia importante abituarsi a ragionare con la propria testa, senza farsi condizionare da presunti scienziati od indovini.

I dibattiti sul paranorrnale continueranno nelle mie ore di scienze, anche perché frequentemente i mass-media riportano notizie a tale riguardo. Per fortuna, ogni tanto, qualche burlone si pente e si scopre, ad esempio, che i misteriosi cerchi lasciati da extraterrestri nei campi inglesi e tedeschi erano frutto dello scherzo di qualche simpaticone; anche se qualche scienziato convinto dell'origine aliena di tali strutture sarà caduto nel tranello, almeno i miei alunni avranno avuto un ulteriore motivo di discussione per indagare i fenomeni della natura.

Alberto Bertini

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Da B. Watterson, Strani esseri di un altro pianeta! (Milano Libri, 1994)
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