Veggenti e terremoti

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  • 28-03-2001
  • di Gian Luca Patrignani

Cronaca di un soleggiato lunedì di Pasquetta 1996 nel tranquillo entroterra marchigiano, a cavallo tra le province di Ancona e Macerata. Già da alcuni giorni, buona parte degli abitanti era in preda ad una specie di isteria collettiva: venivano ritirati i risparmi dalle banche, si allestivano alloggi di fortuna all'aperto, in tenda o roulotte, turisti e parenti decidevano di evitare la zona e di passare le vacanze di Pasqua altrove. La tensione raggiungeva il culmine I'8 e il 9 aprile: la zona si era letteralmente spopolata, dato che molti decisero di passare il giorno e la notte fuori casa, all'addiaccio, meglio se fuori provincia. All'indomani tutto tornò alla normalità o quasi, come se nulla fosse accaduto.

Che cos'era successo? Cosa ha reso possibile questo fenomeno di isteria collettiva? Chi ha permesso che tutto ciò avvenisse come se fosse ordinaria amministrazione?

Torniamo indietro nel tempo di qualche settimana. Un tranquillo barista di Esanatoglia (MC), il signor Luciano Rossi, balza improvvisamente agli onori della cronaca quando, intervistato da un'imperturbabile Magalli a I fatti vostri di Rai 2, comunica con una faccia truce ai telespettatori italiani che, grazie a sue non meglio precisate doti di "veggenza", ha previsto che tra l'8 e il 9 aprile un tremendo terremoto distruggerà il territorio compreso nel "triangolo" Fabriano (AN) - Camerino (MC) - San Severino (MC), nel cuore dell'Appennino Marchigiano. La storia proseguì soprattutto nelle Marche, dove giornali e TV locali martellarono quasi quotidianamente l'opinione pubblica con articoli e servizi sull'impavido barista veggente e sulle sue profezie di sciagure sismiche. L'inquietudine nella gente crebbe oltre ogni ragionevole limite, di pari passo con la popolarità del signor Rossi, improvvisatosi sismologo, che vedeva il suo bar letteralmente preso d'assalto da una processione di abitanti preoccupati che chiedevano (probabilmente con consumazione) vaticini sull'imminente catastrofe.

Tutto questo accadeva senza che nessuna autorità locale si degnasse di tranquillizzare ufficialmente la popolazione e di zittire il supergettonato barista. II resto fu, ovviamente, cronaca: il terremoto se ne guardò bene dal verificarsi; il barista accumulò almeno quattro denunce e molte imprecazioni da parte degli operatori turistici locali per i mancati introiti del periodo pasquale, causa esodo; il programma Striscia la Notizia non mancò (ma solo dopo il 9 aprile) di satireggiare sull'accaduto mandando in onda un servizio che beffeggiava (giustamente) la bufala mandata in onda da Rai 2 e che presentava la popolazione locale come un branco di bifolchi creduloni. Per la cronaca, il barista veggente non si è dato per vinto e continua imperterrito a sfornare previsioni di catastrofi sismiche: "Sarà il 18-19 aprile" (smentito), "sarà il 28-29 aprile" (smentito), "bisogna aggiungere 10 giorni per ogni persona under-45 che muore nella zona" (!) e via così, chissà ancora per quanto.

Fortunatamente, la popolazione locale sembra essersi civilmente rassegnata, più che tranquillizzata, a convivere con questo personaggio. La cosa triste è che il territorio marchigiano, come quasi tutta la penisola italiana, è classificato dagli scienziati come zona sismica. Quindi, prima o poi (meglio poi), è probabile che un terremoto di una qualche intensità si verifichi effettivamente nei paraggi. Vogliamo scommettere che il nostro signor Rossi, allora, anche dopo anni, riuscirà a trovare una connessione tra l'evento naturale e le sue deliranti previsioni?

Vogliamo anche scommettere se, in tale evenienza, la popolazione sceglierà di credere alle leggi della statistica oppure al barista veggente?

II fenomeno dei veggenti che si improvvisano sismologi è molto più diffuso al mondo di quanto si pensi. A tutto ciò contribuisce sicuramente il fatto che i terremoti, a differenza di altri disastri naturali quali frane, alluvioni, inondazioni, ecc., sono fenomeni subdoli e, fino ad oggi, non prevedibili, la cui realtà è praticamente sconosciuta alla gente comune. I terremoti sono inoltre gravidi di credenze, detti popolari e superstizioni le cui radici si perdono nella storia delle civiltà umane. Oggigiorno, tra l'altro, gli spietati mass-media danno manforte a questi fotogenici personaggi, relegando gli scienziati al ruolo di noiosi bacchettoni, prodighi di parole incomprensibili.

In attesa del prossimo veggente-sismologo, o del prossimo (reale) terremoto, ricordiamoci che, al giorno d'oggi, nessuno, né scienziato né, tantomeno, "veggente", può prevedere dove, quando e con che intensità si verificherà un terremoto. Chi afferma di esserne capace non può che essere un ciarlatano con un proprio tornaconto, il quale compie una duplice violenza sui cittadini: primo, scredita il faticoso lavoro di ricerca di tanti validi scienziati; secondo, semina il panico, il fatalismo e l'ignoranza tra la popolazione, inerme di fronte all'impatto comunicativo di tali personaggi. Ricordiamo che la vera difesa dai terremoti si può giocare solo sul piano della ricerca scientifica e della prevenzione: edilizia antisismica, piani di emergenza per la protezione civile ed educazione delle popolazioni ad una convivenza intelligente con i fenomeni sismici.

Gian Luca Patrignani, sismologo

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