Il teschio di cristallo

Più che di "teschio" sarebbe corretto parlare di "teschi" di cristallo. Sono questi infatti una serie di tredici manufatti in quarzo levigato posseduti da privati e da vari musei. Tra i teschi in possesso di musei troviamo un esemplare custodito al British Musem, uno al Musée de l'Homme a Parigi e un terzo allo Smithsonian Institute di Washington, mentre tra quelli appartenenti a collezioni private il più famoso è senz'altro quello di Anna Mitchell-Hedges, figlia dell'esploratore britannico Frederick Mitchell-Hedges, ma degni di nota sono anche quelli di Jo-Ann Parks, del "detective psichico" Nick Nocerino e dell'aristocratica creola Norma Redo.
Secondo una leggenda attribuita al popolo Maya, ma di dubbia origine, i teschi sarebbero destinati a riunirsi per dare inizio a una nuova era in una data attualmente fissata per il 21 dicembre 2012, ovvero alla fine del Conto Lungo del calendario Maya iniziato il 13 agosto 3114 a.C.
C'è da aggiungere che gli aneddoti e le credenze fiorite attorno a questi singolari manufatti non sono mai mancate, e che alle originarie attribuzioni di poteri sinistri legati ai rituali nei quali questi sarebbero stati coinvolti, se ne sono sommate molte altre che spaziano principalmente nei tre campi dell'occultistica, del paranormale e dell'ufologia. Si è parlato infatti sia di loro eventuali proprietà ESP, ne è stato ipotizzato l'uso per la cristallomanzia, e sono stati anche classificati come manufatti alieni abbandonati sulla Terra.
In quest'ultimo caso il problema della loro origine si confonde sia con le perizie eseguite nel corso del tempo, sia con la versione offerta dai proprietari o dagli studiosi di questi oggetti. Alcuni di essi sono ritenuti falsi, mentre agli altri è stata attribuita origine azteca. Fa eccezione il teschio della Mitchell-Hedges, che è sempre stato dichiarato Maya dalla proprietaria, ma che è stato sottoposto a un unico esame eseguito dalla Hewlett-Packard che ne ha stabilito esclusivamente la tecnica di lavorazione, ritenuta compatibile con un'origine precolombiana del manufatto. Questi si segnala anche come l'esemplare dalle origini più controverse, non tanto per la limpidezza di quelle degli altri, quanto per la singolare storia del suo ritrovamento, più volte pesantemente contestata e resa nel tempo sempre più intricata nel tentativo di sanare tutti i dubbi.
Secondo la versione originale esso sarebbe stato trovato proprio da Anna Mitchell-Hedges nel 1927, il giorno del suo diciassettesimo compleanno, tra le rovine maya di una località del Belize. Riferito per la prima volta dal padre di Anna in un suo libro del 1954, l'episodio venne poi omesso nella seconda edizione, e nuovamente portato alla ribalta dalla figlia nel 1962.
I dubbi sulla versione originaria nascono a partire dalla congettura che il teschio sia stato fatto trovare apposta ad Anna dal padre come sorpresa di compleanno. Altri dubbi sono sorti quando, andando a vedere le fotografie della spedizione, spicca l'assenza di Anna, senza contare che nei resoconti originali non vi sono riferimenti a questo reperto e che Mitchell-Hedges padre era un noto sostenitore della cosiddetta "archeologia misteriosa".
È certo infine che il teschio sia stato acquistato da Mitchell-Hedges nel 1944 da un antiquario londinese, che lo stesso teschio fosse comparso in un'asta nel 1943 nella quale il proprietario dichiarato era sempre lo stesso antiquario, e che infine ci sia stata una precedente apparizione dell'oggetto nel 1936, in un confronto tra questo e il teschio del British Museum.
Nel campo delle perizie archeologiche eseguite sui teschi è da segnalare quella condotta dal British Museum alla metà degli anni Novanta. Si è confrontato un calice di sicura datazione precolombiana con alcuni dei teschi (British Musem, Smithsonian, Parks, Redo e Nocerino) e, per confronto, con un manufatto moderno. Il test non ha fornito una soluzione definitiva al problema della datazione: i risultati degli esami per i teschi di Nocerino e della Parks non sono stati resi pubblici per asseriti motivi burocratici, mentre sugli altri sono state rilevate tracce di lavorazioni più tarde che però non sono state giudicate significative per potere post-datare con certezza gli oggetti.
Da segnalare l'assenza in questo test del teschio della Mitchell-Hedges, per il suo esplicito rifiuto a renderlo disponibile.

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