Jan Harold Brunvand

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Il termine "leggenda metropolitana" apparterrebbe probabilmente ancora al gergo degli studiosi del folklore senza l'infaticabile lavoro di Jan Harold Brunvand.
Professore Emerito all'Università dello Utah a Salt Lake City, negli Stati Uniti, e autore di testi universitari sullo studio del folklore americano, Brunvand si è occupato per tutta la vita di raccogliere quelle storie più o meno incredibili, attribuite a un "amico di un amico" e rigorosamente raccontate come vere, in cui gli studiosi riconoscono le eredi delle leggende tradizionali:

"Allo stesso modo delle antiche leggende popolari di miniere perdute, tesori sepolti, presagi, spettri ed eroi fuorilegge alla maniera di Robin Hood, le leggende urbane sono raccontate seriamente, circolano soprattutto di bocca in bocca, sono generalmente anonime, e variano costantemente in qualche dettaglio da una narrazione ad un'altra, mantenendo tuttavia un nucleo centrale di materiale tradizionale, il motif o tema. " (The Vanishing Hitchhiker, 1981, Introduzione)

Considerato in tutto il mondo un guru delle leggende metropolitane (ha anche inventato il termine Foaf, "Friend of a friend", per indicare la persona cui capitano tutte queste incredibili vicende), Brunvand ha reso popolare il "genere" con una rubrica settimanale pubblicata su molti giornali americani e ne ha pubblicato numerose raccolte commentate, un paio delle quali tradotte anche in italiano. Anche se il più interessante è probabilmente il primo (The Vanishing Hitchhiker, purtroppo non tradotto), in cui la parte di teoria e di commento è più sviluppata, tutti costituiscono una lettura affascinante ed istruttiva, in cui emerge il perché le leggende metropolitane siano così studiate dai folkloristi.
In primo luogo, non è importante che vi sia o meno un fatto vero all'origine della storia (che però certamente non accade così spesso come si potrebbe immaginare dal numero delle volte che la si sente raccontare!) È l'analisi dei contenuti, che spesso nascondono una specie di "morale", che permette di ottenere informazioni, ad esempio, sulle "paure inconsce" che la gente di un certo momento storico o di una determinata comunità vive. Per fare un esempio banale, molte leggende sui rapimenti di bambini si evolvono attribuendo il misfatto al particolare gruppo etnico che in quel momento (e in quella particolare comunità) fa più paura.
Secondariamente, l'analisi della diffusione di una storia permette di studiare come gruppi sociali o comunità differenti comunichino tra loro: una leggenda che ha origine (come spesso accade) tra gli studenti dai campus universitari può successivamente diffondersi in ambienti completamente diversi, come quello delle casalinghe. Conoscere il "percorso" che una determinata leggenda ha seguito da una comunità all'altra può insegnare molto sui rapporti tra le due.



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