Fiale, fiamme, fede e frode

La veggente di Manduria (Taranto), Debora Moscogiuri, di 22 anni, ha ottenuto qualche notorietà anche presso il grande pubblico per essere stata oggetto di almeno due servizi della trasmissione Misteri su Raidue.
Questa ragazza avrebbe visioni e riceverebbe dalla Madonna messaggi ("locuzioni interiori") che poi ella ripete ai fedeli.
Nella sua abitazione od attorno a lei avverrebbero inoltre fenomeni ancora più straordinari: statue od immagini che emettono lacrime di sangue, ed ultimamente anche olio d'oliva. Sul suo stesso corpo si produrrebbero misteriosamente, in particolari ricorrenze religiose, segni di staffilate ed altri sanguinamenti.
Ultimamente un'ostia si sarebbe "materializzata" nella sua bocca.
Tutto questo avviene, come sembra essere d'uso in casi simili, senza alcun vero controllo dei fenomeni; ciò non impedisce che le notizie vengano subito divulgate ai media che ne sono più che avidi.
Il Vescovo di Taranto è - va detto - apertamente ostile a queste manifestazioni. Forse per il contenuto dottrinale dei messaggi di Debora, forse anche per il fatto che la ragazza non osserva il consiglio di "prudenza" nei suoi comportamenti, ma anzi sembra alla ricerca di facile notorietà.
Questi fenomeni, e la personalità di Debora, sono seguiti tra l'altro dal dott. Giorgio Gagliardi, del Centro Studi e ricerche sulla Psicofisiologia degli Stati di Coscienza ( Milano ), che ci ha espresso comunque pareri decisamente scettici circa la credibilità della veggente e dei fenomeni correlati.
Il Cicap non è un comitato di teologi, nè di psichiatri specializzato in estasi.
Però ultimamente si sono verificati fenomeni fisici nuovi e potenzialmente interessanti per la possibilità di verifica che offrono.
Bottigliette vuote, sigillate con ceralacca, nastro adesivo e spago si riempirebbero misteriosamente di olio d'oliva quando posti in prossimità di una statua miracolosa, che a sua volta trasuderebbe olio. Nelle bottigliette deve essere inserita qualche fogliolina di olivo.
Il suddetto dott. Gagliardi ha approntato una bottiglietta con foglie d'olivo, sigillata con ceralacca, e chiusa in un secondo barattolo di vetro con tappo di metallo, anch'esso sigillato.
Un simile insieme è stato mandato in Puglia, un altro identico trattenuto presso la sua abitazione. A Manduria nella bottiglietta è comparso dell'olio; in quella tenuta nello studio del dott. Gagliardi - manco e dirlo - non è avvenuto nulla.
A questo punto Gagliardi ha chiesto al Cicap un aiuto per approntare dei contenitori la cui manomissione potesse essere accertata con sicurezza.
E’ ben noto, infatti, che la ceralacca può essere rimossa con relativa facilità, e servono mezzi raffinati per riconoscere se un sigillo è stato alterato. (Esistono ditte specializzate in sigilli di sicurezza impossibili da aprire senza tradirsi).
In mancanza di tecnologie avanzate, come minimo si deve fotografare il sigillo, e i minuti particolari della chiusura, per impedire che possano essere "ricostruiti" a simularne l'integrità.
Il dott. Gagliardi non aveva però messo in atto nessuno di questi accorgimenti tecnici indispensabili.
Il Cicap ha quindi preparato otto fiale di vetro, di circa 2 cm. di diametro e dieci di lunghezza, ognuna contenente una fogliolina di olivo (come richiesto); le fiale sono state sigillate alla fiamma di un becco Bunsen fondendo il vetro stesso, numerate con una cifra incisa, e pesate al milligrammo su di una bilancia di precisione.
Si è controllato, immergendo le fialette in acqua, che non vi fossero microaperture poco visibili (in tal caso si producono bollicine d'aria, come quando si cerca una foratura in una camera d'aria di una bicicletta).
Infine le punte saldate delle fiale sono state fotografate da diverse angolazioni. Questo era importantissimo per avere un documento dell'aspetto esatto del vetro fuso. E’ infatti praticamente impossibile fondere e risigillare del vetro senza deformarlo in modo vistoso.
Le fiale sono state fatte pervenire alla sig.na Moscogiuri, tramite il dott. Gagliardi, nell'ottobre 1995.
Tramite fax ci è stata in seguito riferita una visione di Debora, nella quale la Madonna porta via una fialetta lasciandone 7 («come i Miei dolori»), mentre «il Fuoco dello Spirito Santo brucia nelle boccette. Queste, come se si aprissero nella fiamma, venivano ricolmate di gocce limpide come brillanti».
In occasione della partecipazione ad una trasmissione di Misteri, il prof. Piazzoli, nostro vicepresidente, veniva quindi a sapere che alcune fiale preparate dal Cicap contenevano olio, che da Manduria giungevano voci trionfalistiche e che il regista di Misteri, Romano, era ansioso di documentare il nuovo miracolo.
Il Cicap ha quindi sollecitato il dott. Gagliardi a chiedere la riconsegna delle fiale per una verifica della loro integrità. In mancanza di tale controllo tutti dovrebbero capire che si rischia di fare affermazioni inutili, premature o false.
In data 13.2.96 le fiale sono state riportate tramite il dott. Gagliardi e padre Giuseppe Civerra di Andria (un sacerdote noto come "padre spirituale di Debora") ai membri del Cicap che le avevano preparate, presso l'Università di Pavia: il prof. Piazzoli, Claudio Marciano e il sottoscritto.
Le fiale ricevute erano state poste da Padre Civerra entro un ulteriore barattolo in vetro, con tappo metallico e sigilli di ceralacca, ed ancora in un sacchetto di plastica trasparente pure sigillato con ceralacca.
Per le ragioni spiegate sopra, il Cicap ha affermato chiaramente che gli ulteriori sigilli in ceralacca erano superflui e su di essi non era lecito esprimersi. Analogamente, non è stato preso in esame il contenitore del dott. Gagliardi descritto in precedenza, pure presentato da Padre Civerra.
Espressamente richiesto, il sacerdote ha comunque ammesso di non avere alcun mezzo per dimostrare l'integrità dei sigilli da lui apposti.
Si è dunque proceduto all'estrazione delle fiale dal barattolo, mentre il dott. Gagliardi redigeva un verbale (poi firmato da tutti i presenti), e venivano effettuate fotografie e riprese video delle fasi salienti.
I risultati della verifica - a fronte dei dati registrati mesi prima - sono stati i seguenti:
Delle otto fiale consegnate una (n. 3) manca.
Quattro fiale ( nn. 4, 1, 2 e 7) non contengono olio. La n. 4 ha la punta spezzata con formazione di una apertura; le altre tre sono integre.
Tre fiale (nn 6, 10, 8) contengono olio ma il confronto con le loro fotografie precedenti mostra vistose deformazioni del vetro, che è stato fuso e risigillato. In una di queste fiale la foglia è del tutto carbonizzata, e tutte recano tracce di sostanza carboniosa all'interno. La n. 4 presenta una crepa alla punta.
Il Cicap ha ritenuto evidente che i sigilli delle fiale sono stati manomessi, e che non si può quindi ipotizzare alcuna comparsa miracolosa di liquido all'interno delle stesse.
Vi è stato al contrario un evidente e maldestro tentativo di inganno, che dovrebbe gettare una luce di sospetto su tutto il complesso di fenomeni più o meno soprannaturali che avverrebbero a Manduria.
Opposta a quella di tutti i presenti la valutazione di Padre Civerra: «Poichè la visione di Debora parla di una grande fiamma che avvolge le fiale, è logico che esse siano in quello stato. Però i sigilli al mio barattolo sono intatti, quindi questa è per me una conferma ed una vittoria».

Oculos habent et non videbunt
(Bibbia)


(trad: Avranno occhi, ma non vedranno)

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